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C’era una volta…La chiesa di San Francesco a Castellammare

Aggiornamento: 1 mar 2021

L’abate Rocco Pirri nel 1641 affermava che a Castellammare esisteva un convento di San Francesco, fondato dalla duchessa di Montalto dopo il 1620.[1] La “duchessa di Montalto” è Giovanna La Cerda, moglie di Antonio Moncada, che fu barone di Castellammare dal 1620 al 1626.

E’ la stessa che fondò nel 1626 il monastero dell’Assunta a Palermo, dove si ritirò in clausura, abbandonando beni feudali e vita mondana come il marito che si fece gesuita.

Risulta, però, nei riveli del 1606 che un certo Filippo Russo aveva nella contrada di Santa Maria di Castellammare una casa terrana che confinava cun cunventu di Santu Franciscu.[2] Deve quindi essere anticipata la fondazione del convento all’inizio del secolo.


Era allora baronessa di Castellammare la duchessa Luisa De Luna, la vera fondatrice del convento.

La duchessa Luisa De Luna, baronessa di Castellammare dal 1592 al 1620

La duchessa favorì l’insediamento dei francescani nei suoi possedimenti feudali. Su suo finanziamento sorsero, infatti, a Caltanissetta nel 1587 il convento dei Cappuccini e nel 1604 quello del Minori Osservanti.


Informazioni sul convento troviamo nella successiva documentazione. Nel bilancio dell’universitas (antico comune) di Castellammare allegato ai riveli del 1636[3] tra i salari si legge:

- Paga a lu conventu di Santu Franciscu di Assisa pro fabbrica et sustegno di detta chiesa onze 15.

C’è la notizia che la chiesa era in costruzione.

Negli stessi riveli per quanto riguarda i religiosi si annota:

- Conventu di Santu Franciscu: ci sono due sacerdoti ed un laico.

Si trattava di un convento di Conventuali. Anche i Cappuccini già si erano stabiliti in paese. Un certo Filippo Cannizzo nel quartiere Timpa aveva costruito accanto alla propria abitazione una casa per servizio e alloggiamento dei Cappuccini.[4]

Notizie accurate sul convento ci dà la visita pastorale del cardinale Giovanni Domenico Spinola, vescovo di Mazara, svoltasi a Castellammare dal 28 al 30 luglio 1639.[5]


Il cardinale Spinola, vescovo di Mazara dal 1636 al 1646

Venne visitata la chiesa del convento dei Padri Conventuali, dedicata a San Francesco, che era ancora in costruzione. In precedenza la piccola comunità religiosa utilizzava per le esigenze religiose una cappella interna o la vicina Chiesa di Santa Maria (attuale Chiesa Madre).

I lavori erano stati avviati, a spese del convento e grazie alle elemosine dei fedeli, su iniziativa del priore Padre Giovanni Matteo Soriano nel 1635. La chiesa non doveva essere di piccole dimensioni, se oltre l’altare maggiore, dedicato a San Francesco, c’erano gli altari di Sant’Antonino e dell’Immacolata Concezione.

Si stava provvedendo anche al restauro del convento. Il convento, oltre alla chiesa, alla sacrestia e a spazi comuni, aveva cinque celle. Vi dimoravano tre padri e due terziari. Quest’ultimi, avendo già compiuto il prescritto periodo di noviziato, avrebbero ben presto pronunciato i voti.


Al sostentamento del convento provvedevano le elemosine dei fedeli, ma soprattutto il contributo annuo di 15 onze dell’universitas di Castellammare e di 12 onze dello stesso vescovo di Mazara ed il reddito di due salme di terra concesse dal duca Luigi Moncada.

Il vescovo diede il permesso, in sede di visita pastorale, ai padri conventuali di ascoltare le confessioni dei fedeli e di custodire l’olio degli infermi per impartire l’estrema unzione.

La chiesa aveva una sepoltura per gli stessi padri conventuali, ma in cui furono sepolti anche fedeli non originari di Castellammare, come nel 1644 lo spagnolo Francesco Morales e nel 1662 il palermitano Don Francesco Bonaventura, capitano d’armi e castellano di Castellammare.[6]


Dall’inizio del 1600 oltre ai Cappuccini e ai Conventuali erano presenti in paese anche i Carmelitani, con un loro convento presso la Chiesa dell’Annunziata.[7] I tre ordini religiosi abbandonarono ben presto Castellammare, forse per la limitatezza dei locali a disposizione.

Sorprende che anche i Conventuali abbiano fatto questa scelta, proprio appena conclusi i lavori di costruzione della chiesa e di restauro del convento. Francesca Tagliavia Aragona, baronessa di Castellammare dal 1642 al 1648, concesse il convento ormai vuoto ai Chierici Regolari Ministri degli Infermi di San Camillo (crociferi), di cui aveva apprezzato a Palermo le molteplici iniziative assistenziali per la popolazione.[8]

Quando gli stessi Crociferi, disponendo di un ricchissimo legato lasciato dalla baronessa, riuscirono a costruire un nuovo più ampio convento con una chiesa dedicata a Santa Maria degli Agonizzanti, abbandonarono il precedente convento (1664).


Chiesa del convento di San Francesco nella terra di Castrum ad mare

Del convento e della chiesa non si riferisce nelle visite pastorali successive al 1639. I locali, incamerati dallo Stato dopo l‘Unità d’Italia, furono utilizzati per le Scuole.[9]Ospitavano ancora le Scuole Elementari Femminili nel 1909, quando scriveva il Buccellato Galatioto. In seguito divisi in lotti furono venduti agli abitanti per realizzare abitazioni.


Dove si trovavano il convento e la chiesa di San Francesco? Tenuto conto delle indicazioni dei vari riveli sulla popolazione, ma anche del ricordo popolare, è stata individuata l‘ubicazione tra l’attuale piazza Giacomo Alliata (ad ovest), via Arco Florio (a sud), case private ad est, via Arciprete Salvatore Militelli sulla roccia tufacea che circonda la Marinella (a nord). La chiesa doveva avere la facciata sull’antico chianu di la terra, la piazza principale del paese. Dell’edificio, che fu costruito su almeno 6 lochi concessi dal governatore per conto della duchessa e che era solarato, cioè con un piano superiore, adesso è rimasto ben poco. La parte che guardava verso la piazza con la chiesa è stata demolita e ricostruita, sulla via Arco Florio e sulla via Militelli sono ancora visibili resti di pareti ed antiche aperture. Sono conservati anche due balconcini, uno in ognuna delle due vie, con spesse lastre inferiori in pietra con identico disegno.


Sito originario della chiesa di San Francesco e del convento vicino l’arco Florio

L’arciprete Romano nel 1969 fece una accurata ricerca nell’isolato in cui si trovava il convento e notò alcune aperture murate tra i vari ambienti e l’ingresso del convento con l’antico portone ancora conservato sulla via Arco Florio.[10]



Resti del convento di San Francesco sulla Via Arco Florio e sulla via Militelli

[1] ROCCO PIRRI, Sicilia Sacra, Mazarensis Ecclesiae Notitia, VI, 1641, 898. “Hic (a Castellammare) lares 207, incolae 790……. In Sancti Francisci conventu anno 162….. a ducissa Montalti erecto degunt fratres 5”. [2] ARCHIVIO STATO PALERMO, Tribunale del Real Patrimonio, Riveli antichi di beni e anime, reg. 205 del 1606 , I. [3] IBIDEM, reg. 206 del 1636 , II. [4] IBIDEM. [5] ARCHIVIO STORICO DIOCESANO MAZARA, Visite Pastorali, 3-2-1. Il card. Spinola, genovese e nipote del doge Battista Lercari, aveva percorso una prestigiosa carriera presso la curia romana. Già arcivescovo di Acerenza - Matera e di Luni – Sarzana, resse Mazara dal 1636 al 1646. Si dimostrò solerte esecutore delle disposizioni del Concilio di Trento, tanto da meritare la nomina a cardinale e quella a camerlengo del Collegio Cardinalizio. [6] Archivio della Chiesa Madre di Castellammare del Golfo, I Libro dei Defunti. [7] Erano giunti a Castellammare nel 1590. E’ del 12 gennaio di tale anno una bolla del vescovo di Mazara che autorizzava il funzionamento del loro convento accanto alla Chiesa dell’Annunziata. [8] A. MONGITORE, nel ripubblicare l‘opera del Pirri nel 1733 , fece la seguente aggiunta: “At recedentibus Fratribus Conventualibus cenobium a Francisca Balsamo et Aragona, principe Roccae Floridae concessum est Clericis Regularibus Ministantibus infirmis; a piissima aeque nobilissima muliere dotatum, exinde in alio loco aliam excitaverunt Domum et Ecclesiam anno 1664 hi Clerici Regulares sub titulo S. Mariae Agonitantium”. [9] D. BUCCELLATO GALATIOTO, Castellammare del Golfo, in Dizionario illustrato dei comuni siciliani, a cura di F. Nicotra, Palermo 1909, 106. Le Scuole Elementari Maschili funzionavano presso il Convento dei Cappuccini, detto Casa Santa, vicino il Campo Santo Vecchio. Riferisce (pag. 52, nota 1) anche che vicino alle Scuole Elementari Femminili in una casa di proprietà del Prof. Giuseppe Grazia era stata ritrovata una piccola fossa granaria. [10]S. A. ROMANO, La Chiesa Madre di Castellammare del Golfo, Alcamo 1969, 17. [1] ROCCO PIRRI, Sicilia Sacra, Mazarensis Ecclesiae Notitia, VI, 1641, 898. “Hic (a Castellammare) lares 207, incolae 790……. In Sancti Francisci conventu anno 162….. a ducissa Montalti erecto degunt fratres 5”. [2] ARCHIVIO STATO PALERMO, Tribunale del Real Patrimonio, Riveli antichi di beni e anime, reg. 205 del 1606 , I.


Articolo di Giuseppe Vito Internicola

pubblicato il 22/02/2021


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