A poche decine di metri dalla riva del mare, accanto al marfaraggio della tonnara di Castellammare, si trova la piccola chiesa dal titolo, Maria SS. Annunziata, costituita da un unico ambiente con una sola porta d’ingresso e un solo altare in muratura dedicato alla titolare. Non se ne conosce la data di costruzione, il documento piu’ antico che la riguarda porta la data del 12/01/1590, si tratta di una Bolla Vescovile della Diocesi di Mazara, in cui si concede “…. per beneficio del paese e per maggior vantaggio dei naviganti e degli stranieri che vengono in questa terra e ivi dimorano, un convento dell’Ordine dei Carmelitani a loro spese e con loro elemosine in onore e lode della stessa beatissima Vergine Maria nel medesimo litorale e nella Chiesa che al presente vi si trova sotto il titolo di Santa Maria Annunziata…”
L’altare principale fino agli inizi del secolo scorso custodiva una preziosa tela dell’artista Giuseppe Carreca, realizzata da questi nel 1613 su commissione di un certo Stefano Novella, procuratore di detta Chiesa. La tela raffigurava l’Annunciazione: Maria con l’Angelo e su di lei il Padre Eterno e lo Spirito Santo con 4 serafini attorno. Questa portata a Palermo per essere restaurata andò perduta e sostituita con quella che ancora si trova sull’altare maggiore.
Oggi non c’e’ più traccia del convento, che inglobava la piccola chiesa, sostituito da magazzini. La sua posizione così vicina ai luoghi di lavoro per la pesca del tonno, tra il baglio e il rimessaggio delle imbarcazioni, la rendeva “preziosa” ai conduttori, ai tonnaroti e a quanti con l’avvicendarsi della primavera come ogni anno e’ stato per secoli, si accingevano ad iniziare quel lavoro preparatorio che in breve tempo avrebbe consentito di calare in mare la complessa trappola chiamata tonnara.
Il lavoro in tonnara, era scandito dalle festività religiose, che rappresentavano importanti scadenze, tra queste quella del 25 marzo, giorno in cui la Chiesa celebra l’Annunciazione del Signore. Fino agli anni 30 del novecento, una confraternita religiosa di marinai intitolata a Maria SS. dell’Annunziata, oltre che curare il restauro costante della chiesetta, spesso danneggiata dalla salsedine a causa della sua vicinanza al mare, curava anche i festeggiamenti alla Vergine. Non sappiamo come questi si svolgessero, sembrerebbe che fosse prevista anche una processione, ma dalla tradizione orale è rimasto solo il ricordo significativo dell’uscita del barcareccio della tonnara dalle trizzane (i magazzini dove si ricoveravano le imbarcazioni della tonnara), per affidare alla Madonna dell’Annunziata e a alla Sua benedizione, il buon esito della pesca. Poteva così iniziare l’attività di revisione e di calatafaggio (l’operazione che prevedeva l’inserimento di nuova stoppa nelle fessure del fasciame poi ricoperto di bitume liquido impermeabilizzante) dei palascarmi, delle muciare e dell’intera flotta, prima della loro posa in acqua. Iniziava l’attesa di tanti uomini e famiglie che riponevano le speranze in una buona stagione di pesca dalle quali dipendevano le sorti e le necessità di un intero anno.
Articolo a cura di Rosaria Asaro
Articolo del 25\03\2020;
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