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Il caso Mazzetti: un non-morto a Castellammare


Ma chi era il capitano Carlo Mazzetti? Un ''Non Morto'' a Castellammare del Golfo il 3 di gennaro del 1862...

Sappiamo che per cancellare fatti, personaggi e l'identità di un popolo basta cancellarne la storia.

Ma per cancellare tutto, esiste anche un'altra forse più efficace metodologia: quella di cancellare il ricordo della morte dei protagonisti di diversi eventi storici, cancellarne l'atto formale della morte, in modo che tutti i fatti connessi alla vita di queste persone possano scomparire a poco a poco nella memoria collettiva, creando i “Non Morti”, persone per le quali non esiste un atto burocratico della morte, non esiste più o non è mai esistita una lapide, non esisterà mai una via... non è esistita una vita.

Succede per i fatti del brigantaggio e delle sommosse popolari del nostro territorio nel 1862, di cui il nostro Mazzetti è protagonista, nelle stragi di Pontelandolfo e Casalduini dell'agosto del 1861, dove a fronte di circa mille morti, ne risultano trascritti solo tredici, o a Fenestrelle, primo campo di concentramento d'Europa, dove a fronte di diecimila morti meridionali, i cui corpi in massima parte venivano buttati nelle vasche di calce viva, dai registri del carcere, ne risultano solo cinque!

Loro, i piemontesi e padani in genere, possono anche creare i “Non Morti”, ma la memoria, quella collettiva, il registro della memoria, quella è difficile da cancellare.



Del capitano Carlo Mazzetti, di cui abbiamo già ampiamente trattato nei saggi: "Cento e uno...centouno..." e ''Surci e Cutrara'', quello che è interessante ora evidenziare, è che a seguito di una ricerca effettuata a Livorno per cercare se esiste memoria di questo ufficiale dei bersaglieri, ci si accorge, ma non è poi tanto strano, che è come se il capitano Mazzetti nella sua Livorno, non fosse mai esistito, non esiste un atto di morte ufficiale, d'altronde non esiste neanche a Castellammare dove è caduto in combattimento (soltanto l'annotazione nel libro dei morti della Chiesa Madre), un altro ”non morto”.

Non è registrato all'associazione nazionale dei bersaglieri di Livorno, eppure partecipò alla guerra di Crimea dove fu anche decorato, (cfr. Giuseppe Calandra, “I Casi di Castellammare del Golfo con le loro prime cause” edito nel 1862 tip. Michele Amenta-Palermo, pag. 40), oltre che con la medaglia di Lombardia avendo partecipato alle guerre di indipendenza (cfr. Salvatore Costanza, “La Patria Armata” edito nel 1989 dalle arti grafiche Corrao-Trapani, pag.190 ).

Soltanto tramite la diocesi di Livorno e atti notarili dei suoi familiari, siamo riusciti a trovare i suoi dati ed anche la sua genealogia.

Eppure Carlo Mazzetti è ampiamente menzionato dal suo conterraneo Emidio Cardinali nella sua opera "I Briganti e la Corte Pontificia" edita da L. Davitti e C. a Livorno nel 1862, opera in unica edizione dell'epoca, dimenticata, ma recentemente tornata alla luce e non più ristampata, opera reperita in maniera fortunosa e casuale.

Si apprende che contemporaneamente al capitano Mazzetti, viene ferito il sotto tenente a lui sottoposto, che lo aveva appena invitato a non esporsi troppo. Mazzetti cade colpito in pieno petto e prima di morire sembra che abbia pronunciato rivolgendosi al sotto tenente ferito la seguente frase - «Non pensate a me, tenente; lasciatemi morire in pace, pensate piuttosto ai soldati e a voi...».

La moglie del capitano Carlo Mazzetti, la fiorentina Sofia Rigacci, appresa la notizia della morte del marito dal generale Righini, che di Mazzetti era il comandante, ebbe a dire - «Che una palla tedesca me lo avesse tolto...era il tributo di cittadino e di soldato; ma cadere per agguato di briganti...».

La dicitura apposta sulla lapide funeraria (presente nella cappella comunale del cimitero di Castellammare) “I compagni dell'arme in Sicilia posero”, ci fa sorgere il dubbio che sia stato un modo voluto ed imposto dai suoi commilitoni, per poterne perpetuare la memoria, nonostante sapessero già che il relativo atto di morte del loro capitano, in quel particolare contesto, non sarebbe mai stato redatto. Se da un lato sappiamo che fu sepolto nel cimitero di Castellammare, dall'altro, non sappiamo se la lapide menzionata sia anche sepolcrale, perché nella sua prossimità non c'è traccia, almeno visibile di un sepolcro.

Per potere trovare una traccia documentale dell'esistenza del capitano Carlo Mazzetti negli annuari militari, dobbiamo fare ricorso all’“Annuario Militare Ufficiale dello Stato Sardo 1860-1861”, non trovandone alcuna traccia negli annuari militari del Regno d'Italia, da considerare che quando cade in combattimento a Castellammare il 3 gennaio 1862, il Regno di Sardegna non esiste più perché dal 17 marzo 1861 esiste il Regno d'Italia.

Avere fatto scomparire il capitano Carlo Mazzetti dall'annuario militare del Regno d'Italia giustifica che sia anche uno sconosciuto da parte dell'Associazione Nazionale dei Bersaglieri di Livorno, anzi ironia della sorte, la stessa associazione, incuriosita dalla mancanza nei loro registri di questo loro ufficiale, tramite il web si accorge che del capitano Carlo Mazzetti, ne parla un certo Francesco Bianco in un suo saggio storico edito nel 2008!





Annuario militare dello Stato Sardo 1860-1861 in cui si evince la presenza

del capitano Carlo Mazzetti



Genealogia paterna


Capitano dei Bersaglieri Carlo Mazzetti


Nato a Livorno il 16.12.1834

Morto a Castellammare del Golfo il 3.1.1862


Caduto in combattimento contro gli insorti di Castellammare del Golfo, della sommossa popolare contro i "Cutrara" del 1° gennaio 1862, nella fase di sbarco dalla nave Monzabano, presso la "Marina" di Castellammare, mentre era alla guida di una compagnia di bersaglieri, che lamenta, altri sei caduti e numerosi feriti.







Certificato dell'atto di battesimo del capitano Carlo Mazzetti rilasciato dalla diocesi vescovile

di Livorno









Tenuta da campo di ufficiali del bersaglieri durante la campagna contro i briganti-partigiani dell'Italia meridionale











Lapide sepolcrale del capitano Carlo Mazzetti nella cappella comunale del cimitero di Castellammare del Golfo




Iscrizione sulla Porta del Tempio delle esequie solenni del capitano Carlo Mazzetti (presumibilmente a Livorno, ma non specificate), pubblicate dalla Gazzetta del Popolo di Firenze del 20.2.1862.

Da notare, come si evince in calce al manifesto, che l'Autorità Ecclesiastica dell'epoca, pose il divieto assoluto, in questo caso, di qualsiasi affissione sulle porte del tempio, divieto possibilmente riconducibile ai contrasti dell'epoca tra Stato della Chiesa e il nuovo Regno d'Italia.



Sappiamo altresì con assoluta certezza documentale, che il capitano Mazzetti fu sepolto a Castellammare del Golfo nel “Campo Santo novo”, come recita l'atto di morte della Chiesa Madre di Castellammare, redatto il 3 gennaio 1862 dal canonico padre Michele Carollo, che in quanto cappellano, ne curò la sepoltura. (cfr. Libro dei Morti chiesa Madre di Castellammare del Golfo, anni 1859-1865 pag. 80). Non è chiaro se dopo la certa sepoltura nel cimitero di Castellammare, la salma possa essere stata riesumata e trasportata a Livorno.




Francesco Bianco


Articolo del 03 Maggio 2021


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Tratto dai saggi storici di Francesco Bianco:

''Castellammare del Golfo 1° gennaio 1862''

''Cento e uno...Centouno...''

''Surci e Cutrara”

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